lL’UE ha regolamentato la produzione di cioccolato con una direttiva del 2003 che autorizza l’aggiunta di sostanze grasse vegetali diverse dal burro di cacao fino ad un massimo del 5% del peso totale del prodotto.
Inoltre è diventato obbligatorio riportare sull’etichetta: la durabilità del prodotto, la dicitura “contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao”.
I produttori che utilizzano esclusivamente burro di cacao possono vantare in etichetta la dicitura “cioccolato puro” al posto del semplice “cioccolato” che sta ad indicare la presenza di altri grassi vegetali che possono essere: burro di illipè, burro di karithe, burro di coccum, nocciolo di mango ed olio di palma.
Origini
La storia dell’origine del cioccolato è avvolta nel mistero. Si dice che i Maya furono i primi a produrre il cioccolato e si dice che lo apprezzassero come bevanda mescolata con acqua, farina di mais e peperoncino.
Si credeva che la bevanda desse loro forza ed energia.
Usavano il cioccolato anche come forma di valuta.
Questo ingrediente ha una storia lunga e ricca con molti racconti e miti popolari che circondano le sue origini.
Sebbene l’origine esatta del cioccolato sia sconosciuta, sappiamo che è un dolcificante a base di fave di cacao e zucchero che vengono tostate e macinate in una pasta.
Il suo nome deriva dalla parola spagnola “chocolatl”. La versione spagnola della parola deriva dalla lingua nahuatl parlata dagli aztechi.
La versione inglese è arrivata molto più tardi quando è stata presa in prestito da questa lingua.
Aztechi: gli intenditori di cioccolato
Gli Aztechi erano intenditori di questo alimento.
Apprezzavano la fava di cacao sopra tutti gli altri alimenti e la consideravano un alimento sacro.
Gli Aztechi credevano che il cioccolato fosse un dono degli dei e che avesse poteri curativi miracolosi. Lo usavano per fare una bevanda chiamata xocolatl, che si credeva fosse un afrodisiaco.
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